Idee chiare. Per l'approccio al 110% si tratta di fare una serie di passi prima di addentrarsi in quella che non è una giungla ma certo una strada in salita. Il superbonus prevede anzitutto che si ragioni sulla reale convenienza, attraverso la valutazione di: lavori effettivamente da fare; spese reali e congruità rispetto ai limiti previsti; individuazione di un consulente che segua i primi sviluppi; liquidità disponibile per le spese fuori dal 110 per cento o per quelle che comunque vanno anticipate a qualunque titolo. Anzitutto va chiarito un aspetto importante, che, se male interpretato, potrebbe portare a qualche delusione: non è vero, tranne in rari casi, che non si tira fuori un euro. In realtà le prime consulenze, lo studio di fattibilità e il progetto vanno pagati quasi sempre a parte (si potranno poi detrarre in cinque anni), a meno che il professionista non accetti la cessione del credito o lo sconto in fattura. Poi bisogna considerare il complesso rapporto tra spese effettive e limiti di congruità: non sempre coincidono con i prezzari regionali indicati dal Mise e il rischio è di trovarsi con una parte di spesa fuori dal tetto e quindi fuori dal 110%. Per questo un intervento sulla facciata che comprenda il cappotto termico (si veda il capitolo 4), con il 90% di detrazione (anche sfruttabile come cessione del credito o sconto in fattura) può diventare più conveniente. Infine, conta anche la scelta tra cessione del credito, sconto in fattura o detrazione in 5 anni, che praticamente vuol dire investire la propria liquidità al 2 per cento. Quest'ultima opzione, va detto, con titoli di Stato a rendimento negativo, è molto appetibile ma occorre avere una capienza fiscale adeguata alla spesa.